

In Puglia, la diffusione della monocoltura del frumento o il suo avvicendamento a colture da rinnovo che stanno perdendo di redditività, fa emergere la necessità di esplorare e sviluppare nuove colture. La quinoa, per le sue caratteristiche qualitative e produttive, associate a limitate esigenze agronomiche, può rappresentare una valida alternativa negli avvicendamenti cerealicoli pugliesi.
L’area di coltivazione e la produzione nei principali paesi produttori di quinoa (Bolivia, Peru e Equador) sono almeno raddoppiate dal 1992 al 2010, mentre l’Italia ne ha importate 2.241 tonnellate nel 2016 (FAO e Commissione Europea). La quinoa è una coltura di rinnovo potenzialmente in grado di elevare i redditi degli agricoltori, grazie al suo elevato prezzo di mercato, alla domanda crescente e alla scarsa produzione a livello europeo che ne obbliga l’importazione dal Sud America, con relativi costi di trasporto e negativo impatto ambientale.
La coltura è stata testata in Italia in diversi areali, fra cui quello pugliese, in cui il CREA-CER già da alcuni anni svolge attività di ricerca con l’obiettivo di selezionare genotipi superiori per produttività quanti-qualitative e adatte alla coltivazione in Puglia. Tra le linee valutate ne sono state selezionate alcune molto promettenti.
Tuttavia, nel corso della sperimentazione e dal ripetuto confronto fra i vari membri del GO, sono emerse diverse problematiche legate alla produzione, tra cui la messa a punto di una tecnica agronomica per il controllo delle infestanti, la scelta e la regolazione della macchina da raccolta, la messa a punto di una tecnica sostenibile per la rimozione delle saponine dal seme, il cui eccesso limita l’utilizzo in questo pseudocereale oltre ad influenzare negativamente la qualità sensoriale dei prodotti finiti cui conferiscono un sapore amaro e astringente. Un altro aspetto interessante da indagare riguarda la prima trasformazione del prodotto, intesa come molitura del seme per la produzione di farine.
L’obiettivo generale che il presente progetto si pone è quello di diffondere la coltivazione della quinoa in Puglia, consolidando la sua filiera dal produttore fino alla produzione di sfarinati. Questo avverrà attraverso l’ottimizzazione delle pratiche agronomiche, con riferimento particolare al controllo delle erbe infestanti e all’operazione di raccolta del prodotto. Si migliorerà la fase di produzione di sfarinati destinati ai mercati di nicchia (celiaci, vegani) in un’ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Si intende, inoltre, proseguire nell’attività di ricerca sulla quinoa in atto presso il CREA-CI già dal 2009 e completare la fase di validazione “quanti-qualitativa” dei risultati ottenuti sui materiali genetici di quinoa selezionati, nel corso degli anni, per la loro adattabilità agli areali pugliesi.
I principali obiettivi operativi del progetto si possono così schematizzare:
Il progetto produrrà numerosi effetti.
Dal punto di vista produttivo, il rafforzamento del know how (varietà, tecniche colturali, macchine per la raccolta) legato alla coltivazione della quinoa dovrebbe consentire ai produttori pugliesi di cogliere le opportunità offerte da un mercato in crescita e da un paese che è oggi un forte importatore. Da questo punto di vista si attende quindi un aumento delle superfici destinate a quinoa ed un forte aumento della sua produzione in Puglia. L’impatto produttivo si avrà anche sui segmenti a valle della filiera (trasformazione), ed in particolare sui centri di stoccaggio e sulle aziende di prima trasformazione.
Il consolidamento della filiera della quinoa in Puglia, consentendo ai cerealicoltori l’introduzione di una coltura ad alto reddito e ad alto contenuto di principi nutrizionali concorre a promuovere la reddittività, la produttività e la competitività delle imprese agricole Pugliesi, favorendo inoltre il processo di diversificazione colturale e la redditività delle altre aziende che fanno parte della filiera quinoa (stoccatori, mugnai, ecc.).
L’introduzione negli avvicendamenti colturali della quinoa, che interrompe i cicli biologici delle avversità dei cereali, contribuirà a migliorare i metodi di tutela dell’ambiente e ridurre l’impatto ambientale dell’attività agricola. La disponibilità sul mercato di seme di origine nazionale servirà a ridurre le emissioni di gas serra dovute al trasporto da altri continenti.
Dal punto di vista sociale, il progetto dovrebbe favorire la creazione di posti di lavoro, soprattutto nei segmenti a valle e a monte della filiera. Si attende inoltre un miglioramento della qualità dei posti di lavoro (soprattutto dal punto di vista ambientale e reddituale) nonché un positivo impatto sulla società civile e sui consumatori, che potranno disporre di quinoa di origine nazionale, di buona qualità e a basso impatto ambientale.
Le principali innovazioni che il GO intende apportare con questa proposta sono di diverso tipo. In particolare: